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Nonostante, oggi, per la maggior parte dei casi non si utilizzino più clips vascolari endocraniche ferro-magnetiche su aneurismi, il rischio si presenta su quei pazienti operati in Italia molti anni fa o in paesi per i quali non sia disponibile una precisa documentazione tecnica. In questi soggetti, l’introduzione nel magnete può comportare un effetto meccanico sulla clips.

La seconda grave situazione è rappresentata dalla presenza di schegge o frammenti metallici intraoculari. Il rischio è presente nei pazienti che hanno svolto particolari attività lavorative (metalmeccanici, fresatori, carrozzieri, ecc.) con possibili incidenti che potrebbero aver determinato un’inconsapevole penetrazione di schegge in sede endo-oculare. L’introduzione nel magnete può determinare, in questi casi, un’emorragia intraoculare, causando la perdita della vista.

Poi vi sono i pacemaker e i defibrillatori per i quali è ancora operante la vecchia normativa italiana che li definiva controindicazione assoluta, che vale oggi per i dispositivi “non-MR-conditional”, ossia RM-incompatibili, portati dalla maggioranza dei pazienti. Una parte dei pazienti con impianto recente porta pacemaker o defibrillatori cosiddetti “MR-conditional”, ovvero RM-compatibili. Ciò comporta, comunque, la verifica del tipo di dispositivo (e degli elettrocateteri) impiantati e un’accurata programmazione dell’indagine in presenza di un cardiologo elettrofisiologo che agisca sul dispositivo prima e dopo l’indagine RM. Vi sono, poi, controindicazioni relative, ad esempio una donna che utilizza la spirale intrauterina come metodo anticoncezionale deve sapere che – dopo aver fatto l’esame – deve recarsi dal ginecologo per controllare che il dispositivo sia nella sede corretta.

Infine vi sono le condizioni potenzialmente limitanti come, ad esempio, le protesi ortopediche a contenuto metallico. Una protesi d’anca non limita l’esecuzione della RM cerebrale ma limitare l’attendibilità delle immagini della pelvi rendendo difficile o impossibile la diagnosi.

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